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Partendo da una riflessione sul tema dell’edizione di Artissima 2023, Relations of Care, CURA. magazine ha presentato Il curatore planetario, un ciclo di incontri, promosso da Jaguar, concepito come un unico flusso di pensiero e di confronto sul tema della cura, in cui una rosa di pensatori, tra cui l’antropologo brasiliano Renzo Taddei, insieme ad artisti e curatori, sono stati invitati a prendere parte al dialogo.
La staffetta di incontri che ha animato il Meeting Point, si è articolata intrecciando approcci, metodi, aspetti e temi legati a diverse esperienze, categorie linguistiche e narrazioni: dopo il confronto con Taddei, la direttrice delle Collezioni della Fondation Cartier di Parigi Grazia Quaroni si è mossa su una conversazione con l’artista francese Fabrice Hyber, vincitore del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1997 e fondatore de La Vallée, un terreno di centinaia di ettari dedicato al piano alternativo per una nuova agricoltura, esempio di come l’arte possa diventare un veicolo per la consapevolezza dell’uso del territorio e delle sue specie. Fabrice Hyber si è confrontato quindi con la curatrice di design Domitilla Dardi, di recente ideatrice del progetto BioGrounds all’Isola della Certosa di Venezia, dove artisti e designer hanno progettato performance e dispositivi per sensibilizzare il pubblico alla vita degli alberi, dei suoli e del paesaggio. Il discorso si è esteso così al design contemporaneo, attraverso l’esperienza di Formafantasma e alla loro ricerca sull’origine dei materiali che guarda alla filiera delle materie dando voce a chi non ne ha, dagli alberi agli animali da allevamento. L’incontro di Formafantasma è proseguito con Lucia Pietroiusti, curatrice e Head of Ecologies presso la Serpentine di Londra, con cui condividere metodologie e approcci alla scomposizione ambientale, al cambiamento sistemico e alla ricerca come infrastruttura centrale del proprio lavoro. Lucia Pietroiusti ha concluso quindi il giro di incontri, conversando infine con Nicolas Bourriaud, scrittore, fondatore di Radicants, e Direttore Artistico della Biennale di Gwangju 2024, per interrogarsi sui temi dell’impatto dell’umanità sul pianeta, e sulle altre specie.