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Percorso 03
Alla scoperta di artisti che hanno fatto della tecnica un elemento centrale della propria poetica: dal recupero delle radici artigianali fino agli sviluppi del digitale, passando per la chimica e la meccanica. Un percorso all’insegna della ricerca e della sperimentazione.
Tappa 01
Corridoio Rosa A 23
1.30
Tappa 02
Corridoio Celeste 5
3.58
Tappa 03
Disegni DS 12
6.14
Tappa 04
Present Future PF 1
8.33
Tappa 05
Back To The Future BTTF 9
11.03
Tappa 06
Corridoio Rosa B 12
13.31
Tappa 01
Corridoio Rosa A 23
1.30
Tappa 02
Corridoio Celeste 5
3.58
Tappa 03
Disegni DS 12
6.14
Tappa 04
Present Future PF 1
8.33
Tappa 05
Back To The Future BTTF 9
11.03
Tappa 06
Corridoio Rosa B 12
13.31
Buongiorno! Ti diamo il benvenuto ad Artissima 2023. Questo è il progetto AudioGuide e stai ascoltando la traccia numero 3 intitolata Techné. Un percorso all’insegna della ricerca e della sperimentazione, alla scoperta di artisti che hanno fatto della tecnica un elemento centrale della propria poetica: dal recupero delle radici artigianali fino agli sviluppi del digitale, passando per la chimica e la meccanica. Il filo conduttore che guida il percorso è il “laboratorio”, non inteso esclusivamente come luogo fisico di produzione, bensì come spazio mentale, creativo, virtuale. Dal più antico atelier, all’officina digitale del futuro, il laboratorio diventa un centro nevralgico in cui discipline, tecniche e professioni differenti si confrontano in un serrato dialogo con la contemporaneità. Le audioguide sono state sviluppate per Artissima dalle mediatrici e dai mediatori di Arteco. Questo percorso è stato curato da Camilla Zennaro. Siamo pronti per partire. Metti in pausa il tuo player e dirigiti verso la Main Section dove cominceremo il nostro tour. Troverai la galleria Nächst St. Stephan lungo il corridoio rosa A al numero 23, Premi play una volta che sarai lì.
Il nostro percorso inizia dalla galleria austriaca Nächst St. Stephan, che quest’anno nella Main Section presenta Sonia Leimer, artista italiana che vive e lavora a Vienna. Le opere di Leimer ci parlano dello stretto rapporto che intercorre tra arte, tecnologia e scienza sperimentale. L’artista e l’artigiano, così come lo scienziato d'altronde hanno molti punti in comune. Ma prima di tutto possiedono uno strumento epistemologico potentissimo: la capacità di produrre conoscenza e, allo stesso tempo, di “materializzarla” in un corpo nuovo. Così Leimar, con particolare approccio scientifico, materializza, rende visibile qualcosa che è normalmente intangibile all'occhio umano. "Dust Buddy" è la serie che l’artista presenta in occasione di Artissima 2023: una distesa di particelle di polvere terrestre e pulviscolo industriale annidate sul pavimento, sculture in bronzo e alluminio di diverse dimensioni che Leimar ha riprodotto partendo da un'accurata analisi fotografica al microscopio. Queste particelle, di dimensioni inferiori a 1 mm, rimangono sospese a varie altezze nella nostra atmosfera. Sono per lo più polveri cosmiche, o polveri artificiali legate ai processi di lavorazione industriale. Sulla parete "Artic", un dispositivo costituito da materiali di alta tecnologia quali fibra di vetro, ceramica e tessuto isolante, gli stessi che vengono utilizzati dell'Agenzia Spaziale Europea per la costruzione dei satelliti. Allacciandosi alla sua produzione precedente "Space Junk", l’artista avanza un problema che molto spesso viene ignorato: la presenza in orbita e sulla superficie terrestre di detriti derivati dalle attività spaziali. In un presente plasmato da un progresso tecnologico e scientifico sempre più accelerato, le opere di Leimer materializzano – mediante l’atto creativo – l’essenza del contemporaneo nella sua più intrinseca ambiguità. Metti in pausa il tuo player e prosegui verso lo stand delle Gallerie Copperfield e Max Goelitz nella sezione Monologue/Dialogue, lungo il corridoio Celeste al numero 5. Premi play una volta che sarai lì. Ti aspetto!
Per la sezione Monologue/Dialogue le gallerie Copperfield e Max Goelitz propongono una presentazione congiunta incentrata sulla materialità, la tecnologia e tradizione, con le ultime produzioni di Lou Jaworski, Oscar Santillan e Rebeca Romero. Per tutti e tre gli artisti il digitale gioca un ruolo fondamentale nel processo di creazione e di manipolazione dei materiali, ma ciò che più li accomuna è il rapporto con tradizioni e culture antiche. La pratica di Rebeca Romero, in particolare, combina l'iconografia pre-colombiana con tecniche di scansioni avanzate e modellazione 3D, indagando a fondo storie antiche proiettate in una civiltà futura. Il suo laboratorio prende le sembianze di un museo online o un archivio digitale, terreni di scavo per la raccolta di dati, che lei poi riassembla e ricontestualizza, creando artefatti: oggetti, tele e installazioni futuristiche con l’intendo di sfidare la narrativa storica dominante e la tradizione coloniale. Originaria di Lima, l’artista è la vincitrice della quinta edizione dell’OGR Award, il premio promosso da Artissima e Fondazione CRT. Ritorna in questi giorni in fiera presentando una selezione di opere tra le quali "Datura XL": scultura modellata in 3D in materiale bioplastico di origine naturale ricoperta da una vernice sgargiante. Raffigura una pianta sacra venerata in molte culture indigene per via delle sue proprietà afrodisiache; un simulacro, dal profondo carattere mistico, che relaziona a credenze animiste l’uso del digitale. Nel suo lavoro infatti l'intelligenza artificiale svolge molto spesso il ruolo sacro di oracolo associando immaginari post-umanisti con tradizionali antiche, al confine tra umano e non umano. Metti in pausa il tuo player e dirigiti verso l’entrata principale della fiera. Troverai la galleria Papillon nella sezione Disegni al numero 12. Premi play una volta che sarai lì. Ti aspetto!
Benvenuti nella sezione Disegni. La galleria Papillon ci introduce l’artista francese Charles Le Hyaric, la cui serie su carta – Aquarelle phocéenne – ci trasporta dentro un immaginario parallelo, quello della cité Phocéenne: Marsiglia. Giusto a due passi dal mare. Nel corso della storia la Provenza è stata il luogo prescelto per molti artisti; dall’impressionismo alle avanguardie successive, chiunque sia passato per il sud della Francia ne ha vissuto la metamorfosi, portando con sé e nella propria pratica tracce perenni di luoghi e visioni legate al mediterraneo. Così è successo a Le Hyaric: artista che ha fatto di Marsiglia la sua casa, o ancor di più, il suo studio en plein air. Nella sua pratica di disegnatore fa confluire disparati saperi che vanno dalla biologia all’astrofisica, passando per la chimica e la matematica. Lo potremmo definire un vero e proprio alchimista su carta. La sua chiave di lettura è infatti la metamorfosi dei materiali: vernice, acrilico, ruggine, sale marino e pigmenti naturali sottoposti a cristallizzazioni, ossidazioni e deterioramento. Un gioco specificatamente tecnico, ma dettato dal caso, in cui ogni elemento naturale o chimico partecipa inconscio al processo di trasformazione. Il suo interesse per la manipolazione dei materiali diventa un'indagine formale su come i vari elementi, naturali e non, si comportano in diversi contesti, alterando il loro stato e fondendosi tra loro. Trasformazione diventa dunque evoluzione. Così Le Hyaric ci restituisce su carta memorie marine dai toni verdi e blu, esemplari di flora e fauna che si alternano a ricordi di presenze umane, non umane, oggetti universali e ricordi più intimi legati alla citè Phocennè. Abbiamo terminato la nostra terza tappa. Metti in pausa il tuo player, procedi lungo il corridoio centrale verso la sezione Back to the Future. Sulla destra troverai la galleria Vistamare al numero 1. Premi play una volta che sarai lì. Ti aspetto!
Ci troviamo nella sezione Present Future, dove la galleria Vistamare presenta al pubblico l’artista Sara Enrico. Nella storia del pensiero c’è forse un’avversione ingiustificata nei confronti della superficie: definiamo qualcosa “superficiale” per intendere in senso figurato la sua poca consistenza o profondità. Ma se iniziassimo a considerare la superficie come la chiave di svolta dall’essere costantemente chiusi in noi stessi? Forse, alla fine, la realtà è davvero una cosa superficiale. E se fosse così, vorrebbe dire che le cose importanti sono le relazioni liminali che costruiamo con gli altri corpi, gli accostamenti, le approssimazioni. Le superfici nel lavoro di Sara Enrico – artista biellese classe ‘79 – diventano il focus centrale del lavoro che presenta in occasione di Artissima 2023: "The Jamsuit Theme", parte di una ricerca più ampia che il pubblico può approfondire con la mostra "Tainted Lovers", presso OGR-Torino. Sara Enrico è un artista che tratta la materia scultorea come tessuto. Rifacendosi al capo rivoluzionario ed emancipatorio quale la tuta, Enrico crea curiose forme antropomorfe che adagia al suolo in uno stato di apparente inattività. Attraverso l’antica tecnica del calco, registra i dettagli più sottili della materia: cerniere e cuciture, snodi e scorrimenti di colore emergono in superficie. L’aspetto plastico e architettonico del cemento contrasta con la delicata sinuosità delle pieghe, in un apparente stato di morbidezza che nasconde dietro scrostamenti e imperfezioni la forza di una rivendicazione. Ecco che le superfici si fanno diretta rappresentazione del “contatto”: membrane di separazione tra materiale e immateriale, interstizi dove - afferma l’artista –, si annidano le inquietudini e i desideri più profondi. Abbiamo terminato la nostra quarta tappa. Metti in pausa il tuo player, procedi lungo il corridoio centrale e dirigiti verso la galleria Isabelle Hurley nella sezione Back to the Future al numero 9. Premi play una volta che sarai lì. Ti aspetto!
Il nostro percorso continua con la galleria Isabel Hurley nella sezione curata Back to the Future. Incontriamo ora l’artista spagnola Marisa Gonzalez. Esiste la convenzione universale che il miglior ritratto di un artista sia quello che lo ritrae nel suo atelier, nell’intimità del suo luogo di lavoro. Così è per Maria González. Il suo studio a Chueca si trova nel cuore vibrante di Madrid; un appartamento di 200 metri quadrati in cui restano solo pochi centimetri da occupare. In un angolo, tra un accumulo di macchine fotografiche stampanti d’epoca, spicca la più recente tecnologia Apple. Il laboratorio-archivio di Marisa Gonzalez racconta un’artista rivoluzionaria, una pioniera dell'arte multimediale e delle tecnologie applicate ai processi creativi, nonché icona per i movimenti femministi contemporanei. È il 1974, Gonzalez ha da poco lasciato il suo atelier di Madrid per continuare gli studi negli Stati Uniti con l’artista e insegnante Mery Beth Eideson. In quegli stessi anni i crimini perpetuati della dittatura di Pinochet, si fanno di portata internazionale, e diventano il punto di partenza dal quale l’artista sviluppa la serie Violencia Mujer, un progetto fotografico in cui affianca a un’indagine sulla violenza contro le donne chilene, il suo profondo interesse per le nuove tecnologie come forma di comunicazione. Presentata per Artissima 2023, "Descarga - Violencia Mujer", è una sperimentazione tecnica e performativa che raccoglie più di 100 fotografie in carta fax su acetato, che l’artista ha realizzato partendo dalla manipolazione di una fotocopiatrice. Si sussegue una ripetizione ossessiva e quasi incontrollata di espressioni dalle quali emerge un senso condiviso di brutalità e disperazione, amplificato dal contrasto quasi materico tra lo sfondo monocromo e la vibrazione di volti e profili. Abbiamo terminato la nostra quinta tappa. Metti in pausa il tuo player e dirigiti verso la galleria South Parade nella sezione New Entries lungo il corridoio Rosa B al numero 12. Premi play una volta che sarai lì. Ti aspetto!
Il nostro percorso si conclude con la sezione New Entries. La galleria inglese South Parade presenta un lavoro inedito dell’artista inglese James Fuller. Siamo abituati a pensare che la realtà si compone principalmente di oggetti. Ma se guardiamo le cose più da vicino ci rendiamo subito conto che tutto parte dalle relazioni. Se per Sara Enrico relazione era sinonimo di superficie, per James Fuller è tutta una questione di interfaccia, di dispositivi di collegamento tra sistemi differenti. Nel suo studio ad Atene, Fuller sperimenta tecniche all’avanguardia e materiali industriali come cera, siliconi e metalli. Per Artissima 2023 presenta la serie "Electroplated wall sculpture", sculture in metallo plasmate all'interno di oggetti cavi in silicone realizzati con il rotostampaggio, una particolare tecnica di stampa a rotazione, in cui gesti intuitivi e interfacce si combinano in una procedura tanto controllata e riproducibile, quanto casuale. “Mi piacciono i bordi ruvidi, le forme complicate che si gonfiano e si abbassano involontariamente sotto il loro stesso peso” afferma Fuller. La parte viva e performativa del suo lavoro si individua infatti negli elementi paralleli che inserisce. Capita a volte che la scrittura si insinui nei materiali come un ospite infiltrato; li modella, li scalfisce a volte dietro le quinte, a volte nella parte più vulnerabile, la superficie visibile, l’interfaccia a cui lo spettatore è invitato a relazionarsi. Se ti interessa approfondire ulteriormente il lavoro dell’artista, dirigiti verso New Entries Bar, progetto speciale curato da Cripta747 che promuove il lavoro delle 17 giovani gallerie della Sezione New Entries. Abbiamo terminato la nostra sesta e ultima tappa. Speriamo che questo percorso ti abbia stimolato e incuriosito. Se vuoi un altro punto di vista sulla fiera, torna all’info point o sulla landing page delle AudioGuide e seleziona un altro percorso! A presto e buona Artissima!