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#ArtissimaLive. Back to the Future

3 Novembre 2016 Awarding

Alcune domande a Cristiano Raimondi, parte del comitato selezionatore

Back to the Future è, dopo anni di ‘rodaggio’, una delle sezione che ci da più soddisfazioni. La ricerca e la competenza dei curatori, la costanza e l’impegno delle gallerie nel mostrare (ed esaltare) pezzi rari e ‘trascurati’, l’effetto sorpresa (destato dalla scoperta di autentici talenti rimasti a volte nel dimenticatoio), fa di Back to the Future tra le aree che danno lustro all’intera fiera. Palesato fin dal suo esordio la volontà di riscoprire artisti che hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia dell’arte e il cui lavoro ha influenzato le pratiche contemporanee, BttF si conferma anche quest’anno un’ottima vetrina per approfondire un ventennio significativo come quello che va dak 1970 al 1989.
Per questa edizione sono 19 artisti gli artisti scelti da un Comitato Curatoriale composto dalla coordinatrice Eva Fabbris (curatrice indipendente), Gary Carrion-Murayari (Kraus Family, New Museum, New York |New Museum Triennial 2018), Krist Gruijthuijsen (KW Institute for Contemporary Art, Berlin) e Cristiano Raimondi (Nouveau Musée National de Monaco).

“L’edizione 2016 di Back to the Future prende forma a partire da due statement” racconta Eva Fabbris, “uno riguardante il periodo preso in analisi e l’altro relativo alla generazione a cui apparteniamo noi curatori. Le opere risalgono difatti al ventennio 1970-1989, che continua a essere sfuggente e aperto e dunque si offre come campo di ricerca storiografica e curatoriale meno battuto e ancor più stimolante. Noi curatori siamo tutti nati tra il 1978 e il 1980 e questo ha implicato una interessante prospettiva intergenerazionale nel definire i contenuti della sezione. Prospettiva che ha a sua volta un corrispettivo tangibile in una significativa scelta allestitiva della fiera, che ogni anno prevede il posizionamento dell’area espositiva di Back to the Future alle spalle di Present Future, a ribadire la continuità tra le due sezioni di ricerca. Le due differenti generazioni si parlano, a volte si capiscono a volte no, come è normale che sia, ma è indubbio che alcune figure di un passato non troppo distante dal presente di chi comincia oggi a fare arte abbiano un impatto metodologico e teorico ancora fortemente pervasivo.”

Seguono alcune domande ad un membro del comitato, Cristiamo Raimondi.

ATP: Back to the Future è la sezione speciale di Artissima dedicata alla riscoperta, attraverso mostre personali, di grandi pionieri dell’arte contemporanea. Sei nel comitato di questa sezione e mi interessa capire come hai vissuto questa esperienza di indagine e ricerca.

Cristiano Raimondi: È’ stata una bella esperienza, una sfida condita dall’ambizione di voler presentare al pubblico, specializzato e non solo, artisti fondamentali ma poco conosciuti o riconosciuti tali.
Il tempo, il luogo e  la personalità  dell’artista esercitano delle pressioni ineluttabili sulla diffusione della sua opera. Molti pionieri hanno lavorato in situazioni di totale isolamento, costringendo la loro produzione a un soggiorno forzato nel limbo dei creatori incompresi o dimenticati. La ricerca è stata fondamentale e appassionante, l’ho vissuta come una sfida e come un’occasione unica per approfondire una serie di artisti presenti nella sezione. Ri-contestualizzare  un artista  è  un lavoro di grande responsabilità che non permette “colpi di fulmine”.

ATP: A tuo parere, quanto è importante, in un contesto fieristico, compiere un attento e mirato lavoro di ricerca soprattutto in relazione ad un’ottica commerciale?

CR: Non credo che l’obbiettivo principale  per una sezione come quella di Back to the Future sia l’aspetto commerciale. Il duro lavoro che le gallerie intraprendono è a lungo termine ed è frutto di una passione e dedizione lodabili. In questo momento così complicato per il mercato è fondamentale stimolare e risvegliare la curiosità dei professionisti e appassionati. Gli anni ‘’70 e 80 sono anni in cui il linguaggio artistico condiviso è molto simile a quello di oggi, eclettico e proteiforme. Credo che commercialmente potranno esserci svariate rivincite, ma l’ambizione per noi del Comitato di selezione è quella di stimolare i curatori e le  istituzioni.

ATP: Il Comitato di Back to the Future ha seguito particolari criteri nel selezionare gli artisti e le rispettive gallerie?

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Elena Bordignon