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Jaguar Land Rover – il nuovo partner automotive della fiera – e Artissima entrano in dialogo concependo e promuovendo JaguArt, un progetto che a partire dalla fiera coinvolgerà 10 città italiane nella scoperta di nuovi talenti che verranno presentati in occasione di Artissima 2020.
Un dialogo biennale nato dalla comune volontà di supportare l’arte emergente e di innescare sinergie vincenti e di lungo periodo tra i rispettivi interlocutori. Accademie di Belle Arti, Gallerie e Concessionarie saranno protagoniste di un vero e proprio Road Show nelle grandi città italiane.
…ma l’amor mio non muore è il titolo del progetto site-specific di Marcello Maloberti (Codogno, 1966) allestito nel magico Salone delle Feste dell’hotel Principi di Piemonte di UNA Esperienze, storico hotel 5 stelle del centro di Torino, dal 27 ottobre al 3 novembre 2019. Grazie a un’inedita partnership con il Gruppo UNA, durante le giornate di fiera è stato possibile visitare una grande installazione performativa e scultorea sul tema del potere in una location d’eccezione.
Il Salone delle Feste, un’architettura degli anni trenta conservata in tutto il suo splendore e la sua eleganza, è stato trasformato nel palco di una performance simbolica e violenta, rivelata al pubblico dai resti di un furore scultoreo e distruttivo.
Frammenti come reperti archeologici abbandonati in terra, come resti di una distruzione di un simbolo dalle mille sfaccettature. Un atto poetico di respiro performativo.
HEAD è un innovativo progetto che ha visto Artissima in dialogo con Franco Curletto, hairstylist di rinomata fama nel mondo della moda, del cinema e dell’arte, che con il suo team ha curato l’hair concept per una performance dell’irriverente artista Tomaso Binga (Salerno, 1931).
Franco Curletto vanta nella sua carriera diverse collaborazioni con il mondo dell’arte contemporanea con artisti come Vanessa Beecroft e Francesco Vezzoli. In linea con questa costante e attenta contaminazione con il mondo delle performing arts, della comunicazione, del design e della moda, Franco Curletto ha affiancato il lavoro di Tomaso Binga nella creazione di una performance a quattro mani nel contesto della fiera. All’interno di una “bolla creativa” fisicamente sospesa in aria e che una volta ospitava la cabina di arbitraggio delle gare olimpiche, un team di affermati hair dresser ha lavorato alla preparazione delle azioni firmate da Binga.
Anticipatrice ironica e irriverente dei temi femministi attraverso performance legate al corpo e alla sua lettura sociale, Tomaso Binga, pseudonimo maschile scelto come gesto di protesta, articola il suo lavoro nel campo della poesia visiva e sonora dei primi anni settanta. Le sue performance nascono dal desiderio di smascherare la prevaricazione maschilista e le sue molteplici forme. I suoi progetti, pensati per scandalizzare e divertire, si ispirano spesso alla sua vita privata come il matrimonio tra se stessa, Bianca Pucciarelli, e il suo alter ego maschile Tomaso Binga, messo in scena nel 1977.
Artissima amplifica il dialogo con Sky Arte diventando guest curator della nuova installazione per le lunette, le vetrine del Ristorante Cracco in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Giovanni Ozzola (Firenze, 1982) è stato selezionato per la quarta installazione delle tre vetrine d’arte, fruibili gratuitamente da tutti dal 22 ottobre 2019 ad aprile 2020. Toscano di nascita ma viaggiatore instancabile, Ozzola ha scelto di catturare il passare del tempo attraverso le immagini di spazi industriali abbandonati, segnati da graffiti, ma illuminati da tre “tondi di cielo” che innescano un inaspettato effetto tromp d’oeil.
Galleria Cracco è un progetto concepito dallo chef Carlo Cracco insieme all’agenzia di comunicazione Paridevitale e a Sky Arte che ne cura, inoltre, i contenuti.
Un ringraziamento speciale a Galleria Continua
Light Project: F/Art
CONCRETE è un progetto nato dalla volontà di VANNI occhiali, brand Made in Italy presente in oltre 40 paesi che da sempre investe nel mondo dell’arte e della creatività, di contaminare la creazione del proprio prodotto con la visione di un artista.
Mettendo a disposizione un know-how altamente specializzato, i migliori macchinari, le più innovative lavorazioni e tecniche di colorazione, VANNI ha invitato l’artista Cristian Chironi (Nuoro, 1974) a ideare una capsule collection di 400 occhiali in metallo con lenti fotocromatiche colorate. Due modelli uomo/unisex e due modelli donna che nascono prendendo ispirazione dalle diverse abitazioni nel mondo in cui l’artista ha vissuto e lavorato: Casa Wabi, Puerto Escondido; Unitè d’Habitation, Marsiglia; Villa Pierre Jeanneret, Chandigarh; Casa Victoria Ocampo, Buenos Aires. Colore, composizione, forma estetica, predisposizione, fanno da richiamo all’impressione mentale e all’esperienza abitativa trascorsa in queste opere.
Chi in fiera indossava gli occhiali, poteva essere coinvolto in una relazione diretta e improvvisa con l’artista, senza richiesta d’accordo e imprevedibile; svelata da avvicinamenti brevi, gesti di intima domesticità e sguardi che confidano.
Cristian Chironi ha sviluppato all’interno del progetto un nuovo rapporto tra design, architettura, installazione, performance, dimensione visiva e narrazione. Gli occhiali, oltre a essere indossati da ospiti selezionati della fiera, giornalisti, curatori e galleristi, erano disponibili in vendita per il pubblico.
Presso lo showroom di VANNI occhiali in Piazza Carlo Emanuele II, l’artista ha inoltre concepito un project space con un allestimento dedicato a presentare la collezione e narrare l’intero progetto.
La Vip Lounge torna ad essere contenitore di novità e progetti inaspettati. In occasione dell’edizione 2019, 100x100factory diventa partner di Artissima presentando Together, un progetto di ricerca che, innestando sinergie ad hoc tra aziende italiane di ricerca ed eccellenza, struttura un progetto di arredo e design, che si contamina con l’arte dando vita a un connubio perfetto di funzionalità e bellezza. Le librerie e i tavoli di 100x100factory, i divani e le poltrone di Montbel e i tessuti di Floranth hanno accolto gli ospiti della fiera in una nuova atmosfera concepita con la curatela e la collaborazione dello Studio Vudafieri Saverino Partners che ha invitato l’artista Nick Devereux (Panama, 1978) a sviluppare attraverso i suoi arazzi una serie di spazi trasparenti e al contempo intimi grazie al know how di Floranth, leader nella produzione tessile.
Devereux ha articolato il suo progetto intorno al mito di Aracne, dalle metamorfosi di Ovidio, in cui una giovane tessitrice sfida la dea Minerva e viene trasformata in ragno come punizione per la sua hybris. Gli arazzi legati a questo mito sono stati presentati attraverso velature di tulle che creavano ambienti al contempo intimi ed esposti, grazie alle trasparenze dei materiali.
Partendo da una storia “magica” del Made in Italy sviluppata da 100×100 group con Vudafieri-Saverino Partners (che vede l’Istituto Italiano di Cultura a Parigi protagonista di un processo di rinnovamento dei propri spazi grazie a una nuova veste concepita con il supporto di manager italiani “illuminati”), Together ha evidenziato come arte e design siano fortemente connessi e come la cultura e il mercato possano collaborare massimizzando le potenzialità promozionali e la diffusione dello stile italiano.
K-Way, storico partner di Artissima, ha promosso Portrait of Corporate Space, un progetto che ha rivisitato la scala centrale della fiera che porta alla Vip Lounge, rinnovandola con cinque grandi tele site-specific di Miltos Manetas (Atene, 1964). Artista, sperimentatore insaziabile e cronista delle trasformazioni della nostra società, Manetas è un pittore figurativo, un artista concettuale e un teorico che attraverso le sue opere esplora l’estetica e la rappresentazione della rivoluzione digitale e informatica. Le sue grandi tele, di cavi di computer e lap-top semi-chiusi, hanno incontrato in occasione di Artissima 2019 gli abissi, il mare, la terra, il cielo, lo spazio: le cinque diverse posizioni dalle quali K-Way osserva il nostro Pianeta e le sue trasformazioni.
In occasione dei suoi cinquant’anni, il film The Italian Job è diventato il protagonista di una sorprendente installazione, Hang On A Minute Lads… I’ve Got A Great Idea dello scultore inglese Richard Wilson, allestita dal 31 ottobre al 2 dicembre 2019 in via Lascaris 5 a Torino. Il progetto, a cura di Mark Hinchcliffe con Heidi Donohoe, è stato prodotto in collaborazione con il Gruppo Building.
Ispirata alla scena finale del film, l’opera è una grande scultura basculante, un pullman vintage a grandezza naturale che arriva a Torino attivando una serie di performance artistiche, raggiungendo Domus Lascaris – palazzo razionalista degli anni Cinquanta nel cuore della città e in fase di trasformazione.
Interpretato da Michael Caine e uscito nelle sale nel 1969, il film narra di una rocambolesca rapina ambientata a Torino. Esilaranti colpi di scena e inseguimenti in auto lo rendono avvincente e imprevedibile, proprio come l’iniziativa artistica a esso ispirata.
FPT Industrial, Main Sponsor del Padiglione Italia alla 58sima Biennale di Venezia, ha presentato ad Artissima l’opera di Christian Holstad (Anaheim, California, 1972) esposta per la prima volta lo scorso maggio in mostra sul Canal Grande a Venezia.
La grande cornucopia, prodotta interamente con rifiuti plastici, è stata protagonista di uno speciale allestimento esterno che ha accolto gli ospiti di Artissima. Il significato classico della cornucopia, simbolo antico di fortuna e di abbondanza, viene stravolto dall’artista, acquisendo un inedito senso negativo di “eccesso”: l’opera si pone infatti come una riflessione intorno alla protezione dei mari dai rifiuti plastici e rivela l’attenzione di FPT Industrial verso l’arte, la cultura e l’impegno concreto del brand nei confronti della sostenibilità ambientale. Un impegno che FPT Industrial manifesta con progetti come “A pesca di plastica”, grazie al quale una quarantina di pescherecci di San Benedetto del Tronto durante l’estate del 2019 hanno raccolto e portato a riva più di 14 tonnellate di rifiuti recuperati in mare durante la pesca.
Artissima continua la collaborazione con EDIT, il polo gastronomico innovativo che unisce sperimentazione e condivisione, aperto a Torino alla fine del 2017.
Se il Vino sa di Tappo è il titolo del secondo appuntamento con The EDIT Dinner Party diretto da Bruna Esposito (Roma, 1960) vincitrice del premio EDIT 2018. Quest’anno la cena performativa è stata realizzata il 1 novembre presso L’Osservatorio EDIT, in collaborazione con la chef stellata Mariangela Susigan, già regina della ristorazione della fiera e che nel 2019 ha gestito per il terzo anno consecutivo ristorante e bistrot stellato dell’Oval.
Incentrata sul tema della bellezza e bontà ideali, la nuova cena d’artista ha posto un no-limits ai confini tra oriente e occidente, tra passato e futuro, delineando un presente ibrido che si è configurato per i partecipanti come una sorta di corale esperienza tra diverse culture.
Se il Vino sa di Tappo è stata una degustazione a tutto tondo, mossa anche da lievi suoni, che ha voluto rispettare i movimenti del corpo umano ritrovando la medesima delicata arcaica gestualità anche nella tecnologia che, a contatto con alcuni elementi naturali dai connotati simbolici, ha riproposto lo spirito della danza. Mediante questo improbabile connubio, i frammenti di natura tornano a mostrare un gesto archetipo, un’antica ma rigenerata bellezza dello spirito umano. È così che l’atmosfera della sala, insieme alle portate dello chef, hanno trasformato l’armonia tra la natura e la tecnologia in piccoli doni di buon auspicio per il pubblico.
Un ringraziamento speciale a carlorattiassociati