Enrico Polato di Capsule Shanghai e Carlo Pratis di Operartiva Arte Contemporanea a Roma riflettono sul modello di galleria, il lavoro con gli artisti emergenti, il rapporto con le fiere d’arte, e la prossima edizione di Artissima.
Enrico Polato: Quando ho deciso di aprire Capsule, a Shanghai, avevo in mente di presentare artisti all’inizio della loro carriera artistica, e sto cercando di stabilire delle collaborazioni solide e durature che mi permettano di crescere professionalmente assieme ai miei artisti. Finora ho dato più spazio a mostre personali rispetto a collettive. Penso siano il modo più efficace per introdurre il lavoro di un artista emergente. Shanghai è diventato un centro artistico molto importante negli ultimi anni, con l’aggiunta di numerosi musei privati e gallerie internazionali. Questo cambiamento è stato molto veloce, per cui si tratta di un ecosistema ancora in fase di sviluppo. Nonostante questo, avverto che gradualmente si sta sviluppando un mecenatismo artistico per l’arte emergente e sono molto positivo sul fatto che maturerà col tempo e con la generazione di giovani collezionisti.
Carlo Pratis: Il modello che ho cercato di perseguire in questi anni di attività con Operativa è quello di una galleria non commerciale, una realtà giovane dedicata alla sperimentazione, lontana dalle logiche di profitto che rischiano di snaturare la libertà di espressione in cui credo che i giovani artisti debbano muovere i primi passi della loro carriera. Un progetto che porti sin da subito il lavoro degli artisti al di fuori delle mura della galleria, supportandoli sopratutto con mostre in spazi pubblici e museali in Italia e all’estero.
EP: Ho aperto Capsule a Ottobre 2016. La mia prima fiera è stata West Bund a Shanghai nel 2017. In seguito sono arrivate Art Basel Hong Kong, Beijing Contemporary, Art Shenzhen, Frieze NY, Paris Internationale e Artissima. Riconoscol’importanza delle fiere d’arte, mi hanno aiutato a creare preziosi contatti in passato. Considero le fiere come un’estensione temporanea dello spazio della galleria, e trovo dunque molto utile partecipare a fiere all’estero per promuovere i miei artisti fuori dalla Cina. Le fiere però sono anche una spesa sostanziale nel bilancio annuale della galleria. Dopo qualche decisione azzardata in passato, ho imparato ad essere più selettivo. Al momento la mia priorità va a fiere che offrono sezioni appositamente concepite per gallerie giovani, i costi delle quali sono leggermente ridotti, rendendo la mia partecipazione sostenibile e minimizzando i rischi.
CP: Trovo sia importante prendere parte alla realtà fieristica italiana, investendo le nostre energie sul consolidamento di un sistema dell’arte nazionale con un’identità propria, auspicabilmente sempre più indipendente da quello estero ma con un taglio internazionale — come Artissima sta progressivamente facendo. Per questa edizione presenteremo una doppia personale di Matteo Nasini e Emiliano Maggi, un omaggio all’immaginario onirico- fantastico di Alberto Savinio.
EP: Artissima è sempre stata nel mio radar. È una fiera con un’ottima reputazione. Vivendo in Cina da 16 anni, ho maturato la mia esperienza professionale fuori dall’Italia. Senza nascondere un leggero orgoglio, penso sia arrivato il momento di stabilire un legame più solido con l’Italia, e presentare i miei artisti a livello internazionale partendo da dove sono le mie origini. Spero che una fiera come Artissima mi permetta di massimizzare la mia presenza e di instaurare un dialogo tra la galleria e l’Italia. Quest’anno presenterò Wang Haiyang, pittore e video-artista sperimentale cinese. L’installazione si chiama Skins ed include un’animazione video accompagnata da una serie di lavori a pastello che ritraggono degli esseri ibridi, con fattezze umane ma ricoperti di una pelliccia come dei primati. I ritratti, di una qualità tecnica sorprendente, prendono in rassegna comportamenti umani quali dipendenza, feticismo, vanità, violenza… rendendo molto sottili i contorni che definiscono l’accettabilità di certe norme comportamentali. Penso sia un progetto a forte carica emotiva e coerente con il tema di Artissima 2019, “desiderio/censura”.
CP: Artissima senza dubbio mi ha portato nuovi collezionisti e rapporti con curatori che altrimenti non avrei conosciuto. Alla mia prima partecipazione, una giovane curatrice francese letteralmente impazzí per stand personale di Matteo Nasini. A seguito di quell’incontro, l’artista è stato coinvolto in diverse mostre museali all’estero, di cui una tuttora in corso nella meravigliosa abbazia di Fontfroide nel sud della Francia.