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In continuità con l’indagine sul suono iniziata lo scorso anno con Sound, nel 2019 Artissima ha lanciato Artissima Telephone, una mostra nata dalla collaborazione con le OGR – Officine Grandi Riparazioni e concepita per gli spazi dell’istituzione torinese.
Ideata da Ilaria Bonacossa e curata da Vittoria Martini, la mostra ha presentato, dal 31 ottobre al 3 novembre, una ricognizione sul telefono come mezzo espressivo artistico attraverso una selezione di progetti realizzati da alcuni artisti presentati dalle gallerie che hanno partecipato alla fiera.
Artissima Telephone nasce in risposta al rapporto simbiotico e ormai ossessivo che ognuno di noi ha con i propri device, oggetti che ci rendono sempre più connessi alla rete e che fungono da tramite essenziale nelle relazioni sociali. Nello spazio del Duomo alle OGR è stata proposta una selezione eterogenea di opere che utilizzano il telefono come medium oggettuale o concettuale portando lo spettatore a fare l’esperienza oggi paradossale di doversi recare in un luogo preciso e alzare un ricevitore per poter ascoltare uno specifico lavoro, pur avendo in tasca il proprio smartphone connesso ventiquattro ore su ventiquattro.
Artissima Telephone, giocando attraverso l’arte sul passaggio dalla telefonia fissa all’era dello smartphone, ha esplorato il modo in cui le dinamiche sociali sono cambiate con l’introduzione delle componenti di mobilità (spazio) e simultaneità (tempo). L’utilizzo dello smartphone, considerato qualcosa di più che un semplice dispositivo vocale, ha fatto sì che si perdesse il legame con un luogo designato per le telefonate, rendendo in qualche modo pubblica la vita di ognuno. La consapevolezza di una totale mobilità trasforma i cellulari in tecnologie sociali capaci di unire spazi digitali confermando la virtuale onnipresenza dell’utente.
Relazionandosi con il tema di Artissima 2019, il binomio desiderio-censura, Artissima Telephone ha offerto un’ulteriore riflessione sullo sviluppo delle tecnologie e su come esse abbiano ridefinito le nozioni di pubblico e privato, di spazio fisico e digitale, di intimità e condivisione. Questa mobilità ibrida della comunicazione privata è però soggetta a costante controllo, diventando vero e proprio strumento per monitorizzare posizione e scelte di ciascuno.
Artissima Telephone ha proposto opere che ragionano su queste tematiche e/o che generano forme di “resistenza attiva” suggerendo un “ascolto” più profondo. Indagando il carattere aurale della contemporaneità, la mostra ha attivato un’esperienza uditiva in grado di arricchire e amplificare quella visiva.
aaajiao, House Of Egorn, Berlino; Apparatus 22, Gallleriapiù, Bologna; Matthew Attard, Michela Rizzo, Venezia; Axel M.; Xiaoyi Chen, Matèria, Roma; Larisa Crunțeanu, Anca Poterasu, Bucarest; Roberto Fassone, Fanta-Mln, Milano; Shadi Habib Allah, Rodeo, Londra, Pireo; Nona Inescu, SpazioA, Pistoia; Antal Lakner, Glassyard, Budapest; Glenda León, Senda, Barcellona; Camille Llobet, Florence Loewy, Parigi; Anna Maria Maiolino, Raffaella Cortese, Milano; Josep Maynou, Bombon, Barcellona; Marzia Migliora, Lia Rumma, Milano, Napoli – Progetto Speciale Telefono Rosa, Torino; Francesco Pedraglio, Norma Mangione, Torino; Michelangelo Pistoletto, Giorgio Persano, Torino; Selma Selman, Novembar, Belgrado; Michele Spanghero, Alberta Pane, Parigi, Venezia + Mazzoli, Berlino, Modena, Dusseldorf; Myles Starr, Vin Vin, Vienna; Alberto Tadiello, Vicenza; Emilio Vavarella, Gallleriapiù, Bologna; Cesare Viel, Pinksummer, Genova.