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Percorso 06
Grifoni, chimere, mostri, blob… l’arte contemporanea è popolata da creature fantastiche. Alcune si nascondono timide, altre si esibiscono di fronte a noi. Andiamo a scovarle tutte!
Tappa 01
Disegni D 9
01.22
Tappa 02
Back to the Future BTTF 1
04.05
Tappa 03
Corridoio marrone 7
06.38
Tappa 04
Corridoio arancione 5
08.35
Tappa 05
Corridoio nero 1
11.15
Tappa 01
Disegni D 9
01.22
Tappa 02
Back to the Future BTTF 1
04.05
Tappa 03
Corridoio marrone 7
06.38
Tappa 04
Corridoio arancione 5
08.35
Tappa 05
Corridoio nero 1
11.15
Benvenuti ad Artissima! State ascoltando l’audio numero 6 dal titolo Strane creature e state per esplorare una fiera di arte contemporanea seguendo il percorso progettato per voi da Elena Patrignani. Cominciamo col dire che cos’è una fiera d’arte: è un luogo pieno zeppo di opere d’arte esposte per essere guardate, vendute e comprate. Vengono portate qui da tutto il mondo: arrivano dall’Argentina, dall’India, dagli Stati Uniti, dal Sud Africa, dai Paesi Bassi, dalla Romania… e vengono vendute da negozi speciali che si chiamano gallerie. Ogni galleria ha uno spazio dedicato dove esporre le opere d’arte che vuole vendere ed è riconoscibile dal nome sulla bandierina attaccata in alto. L’arte spesso ci trasporta in mondi meravigliosi e strabilianti: entrando qui dentro è un po’ come se avessimo attraversato un portale magico e fossimo stati catapultati in una dimensione fantastica abitata qua e là da strane creature. Che dite, le andiamo a cercare? Per non perderci ci serve una mappa! L’avete presa al desk dell’accoglienza? Apritela bene e cercate la galleria PONCE+ROBLÉS al numero 9 della sezione Disegni. Mettete in pausa l’audio e schiacciate play una volta arrivati, io vi aspetto!
Eccoci alla prima tappa del nostro viaggio. Siamo nella galleria PONCE+ROBLÉS proveniente da Madrid. Vi voglio raccontare una storia: ci sarà una volta, tra tanto tanto tempo… Come dite? Eh lo so che le storie iniziano con “C’era una volta, tanto tempo fa”…, ma in questo caso la storia mica parla del passato, ma del futuro, per quello Ci SARÁ e non C’ERA. Quello che vi volevo raccontare è che questa galleria è abitata da strane creaturine. Le vedete? Arrivano dal futuro, o meglio, l’artista che le ha disegnate che si chiama Josè Castiella, crede che tra centinaia di anni il mondo sarà occupato da esseri come questi. Sembrano personaggi dei cartoni, un po’ viscidosi, con le zampe lunghiiiiissime e sottili o il corpo simile a quello di un grosso verme. Alcuni hanno occhi strabuzzati e nasi a punta, altri dei grandi dentoni o delle specie di antenne sulla testa. Ce n’è uno che sembra molto arrabbiato, così arrabbiato che il naso gli esplode creando una nuvolona di fumo nero. Dove sono disegnate queste creature? Josè Castiella le crea su quadernini che si porta sempre dietro. Per prima cosa versa del caffè sulle pagine aperte, poi gioca un po’ a far colare il liquido allargando la macchia, aspetta che il caffè si asciughi e… comincia a vedere nei segni lasciati sulla pagine sagome strane, vede dei corpi, delle facce, dei nasi… un po’ come quando guardiamo le nuvole e giochiamo a trovare delle forme! A questo punto Josè prende la biro e comincia ad aggiungere dettagli così che ciò che vede lui sia comprensibile a tutti! E’ come se i personaggi apparissero da soli sul foglio e si facessero vedere piano piano. Per creare queste opere l’artista non ha bisogno di materiali strani, né di lavorare in un posto specifico. Forse potreste provare anche voi allora: vi basta un quaderno, il fondo del caffè di un adulto e una biro… speriamo non appaiano creature troppo spaventose! Che ne dite ora di andare a conoscere altri personaggi fantastici? Mettete in pausa il player e dirigetevi qui a fianco, alla galleria SALTOUN della sezione Back to the future al numero 1 del corridoio centrale. Schiacciate play quando siete arrivati, a tra pochissimo!
Eccoci arrivati alla Richard Saltoun, una galleria così importante che ha una sede a Londra e una a Roma. Nonostante la confusione e il rumore della fiera qui regna un’atmosfera di religioso silenzio: ci sono delle figure che sembrano fissarci, immobili e mute; avviciniamoci piano piano, attenzione perché sono delicatissime! Come sono queste sculture? Piccole, grandi? Lisce, ruvide? Allegre e buffe o serie e un po’ inquietanti? I personaggi di Josè Castiella erano divertenti, sembravano essere usciti da un rumoroso cartone animato, qui invece è tutto diverso: queste creature sono rigide, hanno gli occhi fissi e vuoti, sembrano umane, ma non del tutto... cosa manca loro? Non hanno le gambe, né le braccia, non si possono muovere. E poi la bocca è chiusa, e mancano le orecchie, le creature non possono comunicare e non sentono i suoni esterni. Sembrano intrappolate in una roccia, nella terra, come se qualcuno avesse lanciato loro una maledizione e si fossero pietrificate per sempre. L’artista che le ha realizzate si chiamava Carmen Dionyse. Lavorava con la ceramica e l’argilla e con un lavoro lunghissimo, strato dopo strato dopo strato, plasmava questi esseri. Prima di iniziare a lavorare non aveva idea di cosa avrebbe creato, solo alla fine, guardando intensamente la scultura le dava un nome. Il mondo dell’artista era da sempre popolato da esseri meravigliosi: quando era piccola Carmen era una bambina molto timida e solitaria, si immergeva nelle storie dei libri e collezionando sassi, piccoli oggetti trovati e pezzi di stoffa creava con questi personaggi, animali e fiori che popolavano il suo mondo fantastico. Questo suo amore per le storie di fantasia e per i miti antichi non l’abbandonò mai e per tutta la vita continuò a creare esseri magici come quelli che stiamo guardando in questo momento. Prima di andare via provate ad immaginare: chi sono questi personaggi, qual è la loro storia, perché e da chi sono stati intrappolati? Così, oltre che nella fantasia di Carmen Dionyse, queste creature abiteranno anche nella vostra! Prendetevi tutto il tempo che volete fermando il player, poi quando siete pronti io vi aspetto alla prossima tappa, la galleria Simondi al numero 7 del corridoio marrone.
Eccoci arrivati da Simondi, un’importantissima galleria di Torino. Vi ricordate che poco fa, parlando di Carmen Dionyse, dicevamo che era super appassionata di mitologia antica? Non è la sola: anche Flaminia Veronesi condivide questo grande amore per le storie di creature fantastiche narrate migliaia di anni fa. Con la scultura e la pittura Flaminia rappresenta mostri straordinari: ci sono centauri, sirene, cavalli alati, sfingi… Conoscete alcune di questi esseri prodigiosi? Avvicinatevi ai quadri di Flaminia, guardate bene e provate a trovare il Centauro, una creatura con il corpo di cavallo e il busto e la testa umani. I Centauri, secondo i greci, erano un popolo di guerrieri e cacciatori e in antichità venivano spesso rappresentati armati di arco e frecce. Ora vediamo se trovate nei quadri delle sirene… le sirene erano terribili esseri metà donne e metà pesce che attiravano i marinai con il loro soave canto per far naufragare le loro navi contro le rocce… Da qualche parte ci dovrebbe essere anche una sfinge, metà donna e metà leone con delle grandi ali sulla schiena. L’avete trovata? La sfinge stava a guardia di tombe, templi e città e controllava severamente chi osava avvicinarsi. Solo chi era in grado di risolvere i suoi difficilissimi enigmi veniva lasciato passare… e a proposito di prove, vediamo se trovate in questa galleria la riproduzione scultorea della sfinge dipinta! E c’è un’altra creatura presente sia nei quadri che rappresentata come una piccola statua? Ora lasciamo questo piccolo mondo fantastico per volare dall’altra parte della fiera, fino in India. Allora mettete in pausa il player, ci vediamo alla galleria Madragoa al numero 5 del corridoio arancione.
Eccoci arrivati! Dicevamo che ci saremmo visti in India, ma forse avete notato che la galleria in realtà è portoghese, ci avevate fatto caso leggendo la bandiera lassù in alto? Non mi sono sbagliata, è l’artista di cui parliamo che è indiano. In questa galleria ci sono i lavori di due artisti diversi, noi ci concentreremo su quelli di Debashish Paul. Quanti lavori di Debashish contiene questa galleria? Sono delle pitture coloratissime e alcune sono composte da tanti quadri diversi. Quanti chiodi servono per appendere al muro queste opere? Ogni opera è acquistabile per intero, oppure si può comprare a pezzi, già pronti nelle loro cornici. Chissà se l’artista consegna al compratore dell’opera intera anche le istruzioni per appenderla al muro correttamente o se il proprietario può decidere di appenderla anche in disordine… Avete notato che anche Debashish inventa con questi colori brillanti degli essere fantastici? Flaminia Veronesi si ispira alla mitologia, mentre Paul crea da zero forme, colori e aspetto di questi personaggi un po’ umani, un po’ animali, un po’ cose… sembrano quasi costumi, travestimenti. E infatti, dovete sapere che l’artista realizza abiti e maschere molto simili a questi dipinti. Fin da bambino Debashish cuciva: era nato in una famiglia di donne che ricamavano tutto il giorno e il villaggio dove viveva era famoso per la tessitura. E così aveva iniziato a raccogliere pezze di stoffa per la strada per cucire i vestiti alle sue bambole. Crescendo non ha smesso: ora crea straordinari costumi, coloratissimi, fatti di stoffa, carta, fili preziosi, occhi di vetro, conchiglie, perline, ma invece di vestirci le bambole li indossa lui stesso. Paul dice che quando entra nel costume si trasforma, diventa qualcosa che normalmente non è e mentre la maschera lo protegge può fare cose che altrimenti non gli sono permesse. E’ una persona molto timida, ma con i suoi vestiti straordinari addosso non ha più paura e si sente libero. Provate a digitare online il suo nome e cercare video che lo ritraggono indossare i suoi costumi: danza, si bagna, cammina nella natura come una creatura magica e bellissima. E ora? Ci rimettiamo in cammino per conoscere il lavoro di un’artista inglese. Per scoprirlo dobbiamo raggiungere la galleria Soft Opening al numero 1 del corridoio nero, nella sezione Present Future. Mettete in pausa il player e fatelo ripartire una volta arrivati, mi trovate là.
Eccoci all’ultima tappa di questa specie di safari alla ricerca di strane creature. Alla galleria Soft Opening cos’ha combinato l’artista inglese Nevine Mahmoud? Ci sono animali senza pezzi e pezzi di animali senza animali… Al centro, su due basi scure quale bestia potrebbe essere rappresentata? Ha quattro zampe, non sembra essere dotata di coda, non si capisce se abbia gli zoccoli o delle specie di dita, è lisciiiiissima, senza neanche un pelo, e soprattutto non ha la testa! E se non ha la testa non ha neanche la bocca, né il naso, né gli occhi, né le orecchie. Dove potrebbe vivere un animale del genere? E’ selvatico o domestico? Di cosa si nutre e come, dal momento che non ha la bocca? Come fa a muoversi senza gli occhi? Forse però, se volesse le orecchie, gli basterebbe allungarsi un pochino per sceglierne un paio tra quelle esposte. Magari a seconda del colore permettono di sentire suoni diversi… quella nera per ascoltare i rumori della notte o quelli che provengono dalle più remote profondità della Terra, quella rosa solo la musica o le parole dolci della mamma…e secondo voi? Che suoni fanno sentire le diverse orecchie qui esposte? Chissà cosa ne pensa l’artista… Con questi strani animali senza pezzi e questi pezzi senza animali abbiamo concluso il nostro viaggio in questa specie di mondo parallelo che è Artissima. Siamo andati nel futuro insieme a buffi esseri fatti di caffè, siamo entrati nel silenzioso spazio di sculture misteriose, ci siamo immersi in un mitologico mondo abitato da sfingi e cavalli alati rosa, abbiamo immaginato un artista che si traveste e si trasforma ed infine abbiamo osservato strani animali senza pezzi. Chissà che questo posto non sia abitato da altre creature misteriose e fantastiche che ci sono sfuggite: se rimanete ancora un po’ in fiera aguzzate la vista, potrebbero fare capolino qua e là. Per uscire da qui attraverserete di nuovo il portale magico di Artissima tornando al mondo di tutti i giorni, ma magari, speriamo, un po’ di meraviglia vi potrebbe rimanere addosso e chissà che non vi serva per vedere qualcosa di straordinario anche dove tutti gli altri vedono solo le solite cose… Grazie per aver viaggiato con me, ci risentiamo l’anno prossimo? Spero proprio di si!