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Lo stereoscopio dei solitari

Artissima presenta il nuovo podcast artistico Lo stereoscopio dei solitari, un viaggio attraverso storie di artisti che si intrecciano con il mondo dell’arte, raccontate da dodici autori d’eccezione.

Galleristi, drammaturghi, performer, scrittori e musicisti condividono l’attrazione per la creazione artistica disegnando liberamente la propria narrazione nata da urgenze interiori, fascinazioni e ricerche personali. E come le immagini stereoscopiche – e nella suggestione del titolo che richiama il romanzo di J. Rodolfo Wilcock (edito da Adelphi) –, le voci evocano la tridimensionalità delle storie narrate, dando forma attraverso la parola alla singolarità di ciascuna di esse.

Lo stereoscopio dei solitari è una produzione di Artissima, realizzata in collaborazione con Il Giornale dell’Arte e con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo.

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► Ep. 01 | Guido Costa 

Il racconto della prima mostra in Italia di Damien Hirst diventa occasione per il gallerista torinese Guido Costa per riflettere sull’evoluzione del mercato dell’arte negli ultimi trent’anni.

 

► Ep. 02 | Fabio Cherstich

La Manhattan underground e queer degli anni Ottanta è la scenografia in cui si muove il regista e drammaturgo Fabio Cherstich, che racconta un viaggio intimo sulle tracce della memoria alla (ri)scoperta di Patrick Angus, Larry Stanton e Darrell Ellis.

 

► Ep. 03 |  Melania Mazzucco

La scrittrice Melania Mazzucco delinea il ritratto di Paula Modersohn-Becker, tra le più importanti pittrici d’avanguardia del primo Novecento, breve ma intensa esistenza segnata dal conflitto tra creazione artistica e maternità, emancipazione e amore.

 

► Ep. 04 |  Luca Scarlini

Il palcoscenico è per gli artisti un panorama infinito di seduzioni, incontri e giochi, una casa ospitale in cui esporsi ed esibirsi: lo scrittore e drammaturgo Luca Scarlini alza il sipario sul rapporto ricchissimo ma piuttosto dimenticato tra Manzù, Marini, Fontana, Burri, Scheggi e il teatro.

 

► Ep. 05 |  Alessandro Sciarroni

Fotografia, pittura e performance si intrecciano nell’infinita ricerca concettuale della portoghese Helena Almeida la cui arte, che oltrepassa lo spazio fisico della tela per esplorare nuove dimensioni, rivive nel racconto autobiografico del coreografo Alessandro Sciarroni.

 

► Ep. 06 |  Silvia Calderoni

L’incontro tra l’attrice Silvia Calderoni e Judith Malina, fondatrice di una delle compagnie teatrali più visionarie del Novecento, il Living Theatre, invita ad una riflessione sul corpo come archivio delle esperienze dell’atto creativo.

 

► Ep. 07 |  Laura Iamurri

La storica dell’arte Laura Iamurri accende i riflettori su Cloti Ricciardi, negli Anni ’70 protagonista del Movimento Femminista Romano, che non ha mai abbandonato la militanza adattandone le forme ai tempi e intersecando in maniera straordinaria impegno politico e pratica artistica.

 

► Ep. 08 |  Claudio Giunta

Claudio Giunta, in veste di dantista, ripercorre la lunga storia iconografica della Divina Commedia, attraverso manoscritti miniati e affreschi, indagando il profondo legame tra Dante e le arti figurative e aprendo nuovi scenari di indagine.

 

► Ep. 09 |  Ila Beka & Louise Lemoine

L’improvvisazione e la ricerca della qualità dell’istante sono alla base del lavoro di Ila Beka & Louise Lemoine. La coppia di artisti ripercorre l’incontro decisivo con il signor Moriyama, riflettendo sull’importanza di ascoltare il caso e la propria intuizione.

 

► Ep. 10 |  Simona Malvezzi

Il cambiamento di contesto e lo spostamento della percezione sono alla base del lavoro di Simona Malvezzi, architetto e co-fondatrice dello studio Kuehn Malvezzi. Costruendo un nuovo contesto attorno a un readymade, è possibile dare un nuovo significato agli oggetti già esistenti in città, piuttosto che crearne di nuovi.

 

► Ep. 11 |  Antonio Latella

Può un documento restituire ciò che siamo? Se scade il documento, scade anche la nostra identità? Antonio Latella, regista e drammaturgo, ripercorre la sua vita insieme al marito e artista Robert Gschwantner, una vita sempre accompagnata dall’arte e dagli incontri che l’hanno definita.

 

► Ep. 12 |  Laura Accerboni

È il 1993, alla Biennale di Venezia, all’interno del padiglione della Germania. Ci sono solo rovine. Ripercorrendo quel pavimento distrutto di 30 anni fa, la poetessa Laura Accerboni racconta il momento in cui il legame tra arti visive e letteratura è diventato necessario.

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